A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Negli scorsi articoli abbiamo percorso tutta la via Goldoni dalla periferia in direzione del centro città; l'ultima traversa che abbiamo incrociato sul nostro cammino è stata la via Kramer, una breve strada che congiunge via Nino Bixio a corso Concordia; ebbene, in questo breve spezzone di via si trova un importante museo, di rilevanza nazionale.
Si tratta del Museo dei Beni Culturali Cappuccini (o, più semplicemente, Museo dei Cappuccini di Milano) ed è stato aperto nel 2001 allo scopo di far conoscere meglio la realtà dell'Ordine religioso che, presente in Lombardia fin dal XVI secolo, ha saputo farsi apprezzare dalla popolazione per il suo quotidiano servizio tra la gente.
I Cappuccini infatti giunsero a Milano nel 1535 e presero dimora presso la cappella Ducale di San Giovanni alla Vedra o alla Vipera, ove si trova l'attuale Via Vepra, parallela a Via Moisé Loria. Nel 1542 abbandonarono questo luogo per il convento di San Vittore all'Olmo, e nel 1591 aprirono quello dell'Immacolata Concezione, il famoso convento di Porta Orientale de "I Promessi Sposi".
In questi due luoghi vissero l'osservanza del Santo Vangelo, prodigandosi, nei momenti più tragici, per il servizio, anche materiale (ad esempio la peste descritta dal Manzoni), del popolo milanese. Il convento di S. Vittore fu soppresso nel 1805, quello della Concezione il 26 aprile 1810.
Sito in via Kramer 5, ed aperto tutti i pomeriggi tranne il lunedì, il Museo presenta il pensiero e l'attività dei Cappuccini, l'ambito culturale e religioso nel quale hanno operato, inserito in ampi percorsi della tradizione e della storia di Milano.
Il metodo utilizzato alterna l'esposizione permanente, composta da opere provenienti sia dall'archivio dell'Ordine sia da alcune delle numerose fraternità situate in Lombardia, con esposizioni temporanee, allo scopo di conservare, studiare e diffondere storia, arte e cultura, con lo spirito che da sempre pervade l'attività dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia, che intende "restituire" le opere d'arte che, per diverse ragioni, sono patrimonio dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, attraverso il Museo affinché tutti ne possano godere. E per questo l'ingresso è, e sarà, sempre gratuito.
Il Museo è composto da cinque sezioni, che approfondiremo qui di seguito: "Le origini", "Frati Cappuccini", "Spazio Manzoniano", "Iconografia sacra" e "Donazioni".
La prima sezione, "Le origini", nella quale sono esposti dipinti raffiguranti san Francesco, comprende un significativo numero di opere. Ciò si spiega con il fatto che egli è punto di riferimento imprescindibile per i Frati Minori Cappuccini. Infatti essi si costituirono nel 1525 come ordine riformato all'interno del movimento francescano, proprio per vivere nel modo più autentico possibile secondo l'esempio di San Francesco d'Assisi.
La seconda sezione, "Frati Cappuccini", ripercorre la vita dell'ordine nato con la bolla papale "Religionis zelus", emanata da Clemente VII il 3 luglio 1528.
La terza sezione, "Spazio Manzoniano", fa riferimento a quei personaggi che, descritti nei "Promessi Sposi", ci hanno donato la percezione della Milano del Seicento; fra questi numerosi cappuccini come ad esempio Fra' Cristoforo, ed altri: molti veri, tutti comunque verosimili perchè basati su testimonianze dell'epoca; dopotutto per molti il romanzo manzoniano è stata la fonte privilegiata per la conoscenza di quel periodo della nostra storia.
Per tal motivo in questa sezione sono ospitate anche alcune oleografie ottocentesche che ne illustrano alcuni brani, un'incisione che restituisce un'immagine assai rara del Convento di Porta Orientale, la preziosa formella della Madonna che si venerava all'interno del Lazzaretto.
La quarta sezione, "Iconografia sacra" contiene opere che esprimono i temi cardine della spiritualità francescano-cappuccina, ossia l'Amore per Gesù incarnato e per l'umiltà di Dio, l'Amore per Gesù crocifisso, l'Amore per la Madre di Dio, la Carità.
Ecco perchè sono qui ospitate opere che hanno rispettivamente per soggetto la Natività e le iconografie che ne derivano, come l'Adorazione dei pastori e dei Magi; la preziosa Via Crucis incisa da Giandomenico Tiepolo tra il 1748 e il 1749, proveniente dal convento dei cappuccini di Lovere; opere di iconografia mariana; le tele del pittore Antonio Cifrondi "Dar da mangiare agli affamati" e "Dar da bere agli assetati", unitamente a molte altre opere, naturalmente.
La quinta sezione infine, denominata "Donazioni", ospita proprio una selezione delle opere pervenute ai Frati Cappuccini di Lombardia nel corso della storia dell'Ordine, in particolare negli ultimi cento anni. Si tratta di dipinti e sculture dal soggetto sacro o di carattere profano con un unico elemento che le unisce, che è anche il filo conduttore che va seguito nell'avvicinarsi a tali opere: la possibilità di abituarsi a ricercare il Bello anche attraverso ciò che di bello dall'uomo è stato realizzato lungo i secoli.